Casale Monferrato, 23 marzo 2023 – Migliaia di cittadini, nelle ultime settimane, sono stati coinvolti dalla vicenda che vede protagonista la Ginepro Amministrazioni Immobiliari s.a.s., società che gestisce, a Casale Monferrato, circa 80 condomìni che risultano non avere pagato numerose fatture relative alle utenze di gas, acqua e teleriscaldamento, oltre a quelli di altri fornitori: si stima un buco complessivo di quasi un milione di euro. Per ottenere giustizia, Confconsumatori invita i cittadini a intraprendere un’azione collettiva.

LE CONSEGUENZE PER I CITTADINI – Gli oltre 3000 condomini che avevano regolarmente già versato le spese condominiali necessarie a coprire le fatture, si sono resi conto di ciò che era accaduto solamente nel momento in cui sono state recapitate loro, da parte delle aziende fornitrici, diverse lettere dalle quali hanno scoperto di essere morosi. Mentre l’amministratore si è reso irreperibile, le società restano in attesa di essere saldate: la conseguenza è che, al momento, i cittadini proprietari e/o inquilini – senza avere alcuna responsabilità, saranno comunque costretti a provvedere nuovamente al pagamento delle utenze. Nel frattempo, dovranno inoltre nominare, anche solo provvisoriamente, un nuovo amministratore al fine di risalire a quanto ammonta il reale debito.

Questa azione – ricorda Alessandra Bozzo, responsabile dello sportello di Confconsumatori Alessandriarischia di essere insufficiente se non verrà affiancata da un’iniziativa di gruppo volta a tutelare i diritti dei condomini sia in sede penale che in sede civile, in quanto vittime di una vera e propria truffa”.

PERCHÉ TUTELARSI – Confconsumatori è pronta ad assistere i cittadini che desiderano denunciare l’amministratore infedele e, una volta instaurato il procedimento penale, costituirsi parte civile, allo scopo di ottenere, in caso di condanna, un risarcimento per il danno subito. La proposizione della querela per il reato di appropriazione indebita è soggetta a termine decadenziale di tre mesi dalla conoscenza del fatto, pena il mancato avvio del procedimento penale. Nel caso di specie, i condomini devono anche rientrare il prima possibile nella disponibilità materiale della documentazione a mani dell’Amministratore al fine di ricostruire la gestione infedele e tutelarsi da possibili azioni dei creditori. In alcuni casi, l’intempestiva difesa a tutela della propria posizione ha favorito anche comportamenti in mala fede di asseriti creditori, che, pur avendo percepito a tempo debito il pagamento, consci della circostanza che i condomini non avessero un quadro completo della precedente gestione per difetto di puntuali informazioni di chi si era appropriato dei loro soldi, hanno avviato iniziative giudiziarie a loro danno per domandare indebitamente ulteriori corrispettivi non dovuti. Non solo: è opportuno fin da subito apprestare tutti gli strumenti necessari al fine di evitare che l’amministratore infedele si spogli dei propri beni, rendendo così difficile, se non impossibile, ottenere il giusto ristoro.

A CHI RIVOLGERSI – I cittadini interessati o che desiderano ricevere maggiori chiarimenti circa la possibilità di intraprendere iniziative giudiziarie a danno dell’amministratore possono scrivere all’indirizzo confconsumatori.al@libero.it o chiamare il numero 346-3540105.


N.B. Si precisa che l’adesione all’iniziativa, in sede penale o civile, è personale: i singoli condomini potranno liberamente valutare di aderire personalmente alle iniziative proposte da Confconsumatori, a prescindere che, in sede assembleare, il Condominio decida o meno di agire nei confronti dell’amministratore. Ciò si sottolinea anche in riscontro alle inesatte (e curiose) dichiarazioni apparse in rete secondo cui un singolo condomino non avrebbe legittimazione personale a tutelare le proprie buone ragioni se non per il tramite del Condominio (allorquando peraltro chi se ne è fatto assertore risulta essere coordinatore di un comitato che, tra i primi scopi, ha la tutela degli aderenti in sede civile e penale). La circostanza non corrisponde al vero, almeno secondo la giurisprudenza maggioritaria, anche di legittimità.