Parma, 5 ottobre 2018 – Molti risparmiatori stanno assistendo, inesorabilmente, alla drastica riduzione del valore delle loro quote del Fondo Immobiliare chiuso denominato “Obelisco”. Si stimano perdite per l’80% del capitale investito, per questo Confconsumatori si è attivata per offrire da subito assistenza ai consumatori. In particolare, come illustrato di seguito, tramite i ricorsi all’ACF, l’associazione ha già ottenuto esiti transattivi positivi che hanno visto i risparmiatori recuperare tutta la loro perdita. «Si tratta dell’ennesima drammatica vicenda di “risparmio tradito” – afferma Mara Colla, Presidente di Confconsumatori – confidiamo che, prima di tutto, Poste Italiane S.p.A., che ha collocato le quote del Fondo Obelisco anche presso la propria clientela, garantisca, così come ha già correttamente fatto in passato, un adeguato ristoro per i sottoscrittori delle quote del Fondo Obelisco».
Accesso alla giustizia e conciliazioni
ADR e conciliazione
Nel 2015 l’Italia ha recepito la Direttiva 2013/11/UE e le conciliazioni paritetiche sono entrate a far parte di diritto nelle ADR, le procedure di risoluzione alternativa delle controversie.
QUI la pagina con tutti i siti di riferimento delle aziende con cui Confconsumatori ha sottoscritto accordi per la conciliazione paritetica, per avere maggiori informazioni sulle procedure, visionare i regolamenti e scaricare i moduli per la domanda di conciliazione
Diamanti: da BPM comportamento discriminatorioMentre le altre banche cercano il dialogo con tutti, BPM non si presenta in mediazione e tratta dei rimborsi solo con due associazioni
Parma, 22 giugno 2018 – «Fumo negli occhi, col tentativo di dilatare i tempi e scoraggiare il contenzioso». E’ questa la valutazione di Confconsumatori in merito al comportamento discriminatorio tenuto da Banco Popolare di Milano, che ha escluso dalla trattativa relativa all’acquisto di diamanti la stragrande maggioranza delle associazioni dei consumatori.
A differenza di altre banche coinvolte nel caso diamanti, BPM rifiuta le richieste di incontro e tratta solo con due associazioni dei consumatori. «Banco Popolare di Milano – dichiara la Presidente di Confconsumatori Mara Colla – non ha mai risposto alle richieste di incontro per trattare l’argomento, né con Confconsumatori, né – evidentemente – con molte altre associazioni, contrariamente a quanto hanno responsabilmente ritenuto di fare Banca Intesa, Unicredit e, da ultimo, anche Banca MPS».
Per questa ragione Confconsumatori, nell’interesse dei tanti associati danneggiati dalla vicenda, ha già chiamato in giudizio la Banca, che avrebbe fatto bene a presentarsi dinanzi agli organismi di mediazione nei quali è stata convenuta e accettare i tentativi di conciliazione obbligatori per legge, invece di dichiararsi “parte terza” tra il risparmiatore e le società che hanno venduto le pietre.
Rifiutando la mediazione obbligatoria per legge, ora BPM sembra preferire la creazione di nuove procedure di conciliazione, concordate con solo due delle associazioni dei consumatori riconosciute a livello nazionale. «In alternativa, – afferma ancora Confconsumatori – BPM ha ancora la possibilità di offrire il risarcimento al 100% di tutti i suoi clienti, accollandosi le pietre vendute con le modalità ed i prezzi ben descritti ed accertati nel provvedimento dell’Autorità Antitrust».
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Furti online e conguagli pazzi: risolvere senza causeA Bari due casi eclatanti risolti dall'intervento di Confconsumatori in via stragiudiziale: fattura dimezzata e risparmi restituiti
Bari, 8 giugno 2018 – Quando il consumatore si sente impotente la forza e la preparazione di un’associazione di consumatori fanno spesso la differenza. Succede tutti i giorni nei tantissimi sportelli territoriali di Confconsumatori, ma è un lavoro quotidiano che merita attenzione, specialmente quando ci sono in ballo cifre importanti, che rappresentano una preoccupazione grave per i cittadini. Di recente Confconsumatori Bari ha risolto due casi in via stragiudiziale, senza dover ricorrere alle cause; in entrambi i casi i consumatori sono stati assistiti dall’avvocato Alessandra Taccogna.
UNA BOLLETTA DELL’ACQUA DA 10 MILA EURO – Un’anziana signora di Capurso (Ba) aveva ricevuto da Acquedotto Pugliese una fattura di circa 10.000 euro per conguagli relativi a consumi idrici e, grazie all’intervento di Confconsumatori, ha ottenuto lo storno di circa 5.000 euro. La donna, infatti, sconvolta dall’importo della bolletta, aveva chiesto aiuto all’avvocato Taccogna. che ha avviato la procedura di conciliazione con l’Acquedotto, nel corso della quale è riuscita a dimostrare che l’importo richiesto era alquanto sproporzionato rispetto al fabbisogno reale di acqua dell’associata. L’Acquedotto ha dovuto procedere con lo storno richiesto e la fattura è stata dimezzata.
OLTRE 5000 RUBATI ONLINE E RESTITUITI – Una signora di Bari, intestataria di un conto corrente presso Poste Italiane, aveva subito, a sua insaputa, diversi prelievi non autorizzati per un importo complessivo di circa 5.200 euro, ad opera di ignoti che avevano violato il suo conto. Grazie all’intervento di Confconsumatori la donna è riuscita a recuperare integralmente la somma sottratta. Infatti la barese, assistita dall’avvocato Taccogna, dopo aver denunciato l’accaduto alla Polizia di Stato, ha inviato una diffida stragiudiziale a Poste Italiane, evidenziando la scarsa sicurezza del sistema di protezione, evidentemente non idoneo ad ostacolare il verificarsi di violazioni simili. “Solo in seguito all’intervento dell’associazione – ha spiegato la Taccogna – la signora ha potuto ottenere il pieno rimborso della somma che le era stata detratta illecitamente dal conto corrente postale, infatti, per oltre 10 mesi dall’accaduto, si era recata infinite volte personalmente all’Istituto Postale, ma senza ottenere nulla. La vicenda, quindi, è stata risolta anche in questo caso interamente in via stragiudiziale e senza la necessità di adire l’Autorità Giudiziaria. Come associazione, invitiamo sempre i cittadini-utenti a non arrendersi di fronte a truffe ed episodi di tal tipo e a chiedere aiuto agli sportelli di Confconsumatori per avere consigli e assistenza“.
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Subordinate MPS: Acf condanna la banca a risarcireL’Arbitro ha condannato la banca a risarcire due pensionati di Grosseto che avevano acquistato subordinate lussemburghesi inappropriate
Grosseto, 28 marzo 2018 – Due risparmiatori pensionati di Grosseto avevano acquistato tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, su suggerimento degli zelanti funzionari di Banca Mps, obbligazioni della Banca per circa 100 mila euro (con due ordini da 50 mila euro).
Solo col dissesto della Banca, nel novembre 2017, si sono resi conto di non aver acquistato, come da sempre facevano, delle normali obbligazioni ma dei titoli subordinati emessi in Lussemburgo e non riservati alla clientela retail.
Nell’arbitrato svoltosi dinanzi alla Consob, l’Arbitro per le controversie finanziarie ha rilevato che la scheda del prodotto e l’ordine di acquisto della banca erano ingannevoli e non consentivano ad un risparmiatore privo di conoscenza finanziaria la corretta identificazione del titolo e quindi dei rischi connessi.
L’arbitro ha anche rilevato la genericità della scheda Mifid peraltro non raccolta in occasione dell’ordine del gennaio 2018. La banca è stata quindi condannata a versare la somma di euro 32.500,00 a titolo di ristoro della perdita subita. Somma che i due grossetani hanno accettato in acconto perché, tramite Confconsumatori Grosseto, avvieranno un giudizio civile teso ad accertare il maggior danno da loro subito anche per la mancata percezione dei frutti dell’investimento.
Scarica la decisione dell’ACF
Veneto Banca: in Puglia vittoria presso all’AcfCondannata Bancapulia: una decisione importante perché chiarisce che le controllate da Intesa non godono dell’indennità del Decreto
Bari, 20 novembre 2017 – Continua la battaglia di Confconsumatori sul fronte Veneto Banca: l’associazione ha incassato per un risparmiatore pugliese un’importante vittoria presso l’Arbitro per le Controversie Finanziarie, istituito presso la Consob. La pronuncia è importante perché chiarisce un importante principio: l’indennità concessa dal Governo a Banca Intesa non si applica alle banche da questa controllate, come Bancapulia che ora dovrà risarcire.
Tra il 2012 e il 2013, convinto dai funzionari di Bancapulia, un risparmiatore pugliese aveva acquistato a più riprese circa 11 mila euro di azioni e obbligazioni convertibili emesse da Veneto Banca, che all’epoca controllava l’Intermediario. Avendo perso l’investimento a seguito del dissesto delle Banche Venete, il pugliese si era rivolto a Confconsumatori, che aveva inviato un reclamo, ignorato dalla Banca. A quel punto, insieme ai legali Antonio Pinto e Antonio Amendola, aveva deciso di rivolgersi all’Acf, che, giovedì 16 novembre, ha condannato Bancapulia a risarcire integralmente il valore delle azioni Veneto banca. L’Arbitro ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per violazione degli obblighi di diligenza e correttezza nella prestazione del servizio: la banca, infatti, non aveva adeguatamente informato il consumatore sul profilo di rischio dell’investimento e sul carattere illiquido dello strumento acquistato.
«La sentenza è particolarmente importante – commentano i legali Pinto e Amendola – perché nel condannare Bancapulia, afferma il principio che il Decreto Legge, che ha tenuto indenne Banca Intesa dalle cause intentate dagli azionisti, non si applica alle banche controllate da Intesa (come appunto Bancapulia) che sono fuori dal perimetro di protezione concesso dalla legge solo alla banca acquirente».
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Class Action: basta aspettare!Le Associazioni dei consumatori al Senato: si approvi al più presto il disegno di legge approvato da oltre 2 anni all’unanimità dalla Camera
Roma, 25 luglio 2017 – Le associazioni dei consumatori, a seguito dell’audizione in commissione Giustizia e Industria del Senato, hanno chiesto la modifica dell’azione di classe: una riforma urgente e necessaria per la tutela dei cittadini e della correttezza dell’operato delle imprese sui mercati.
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