Roma, 23 gennaio 2021 – ABI Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con le Banche, le associazioni dei consumatori (tra cui Confconsumatori), ha reso disponibile online l’infografica “Truffe, scippi e raggiri – un vademecum per agire in sicurezza dentro e fuori la filiale”, che mira a rappresentare, con un linguaggio semplice e diretto, in specialmente per le persone più anziane e maggiormente coinvolte, utili consigli relativi a diverse situazioni. Ci sono le indicazioni per recarsi in banca in sicurezza, i comportamenti che è meglio seguire quando si utilizza lo sportello automatico (ATM) e un focus specifico per le truffe telefoniche, particolarmente insidiose in questo periodo di emergenza sanitaria. L’infografica offre anche delle informazioni rispetto a cosa fare quando si è stati vittime di truffe, specificando i soggetti a cui rivolgersi.
Privacy e Protezione dei dati personali
Mamma ho perso la privacy! Via al progetto sulla tutela dei dati personali che coinvolge studenti, genitori e insegnanti in tre Istituti della provincia di Roma e di Latina
Roma, 17 novembre 2020 – Iniziano gli incontri informativi del progetto di Confconsumatori “Mamma ho perso la privacy”, realizzato con i Fondi Regione Lazio e nato per sensibilizzare i più giovani alla tutela dei dati personali su internet e sui social. Il 20 novembre 2020 saranno i ragazzi dell’Istituto Omnicomprensivo Ragioneria di Castelforte a partecipare all’incontro organizzato dall’associazione, che verrà riproposto anche il 3 dicembre 2020 nell’Istituto San Leone Magno di Roma e, infine, l’11 dicembre 2020 al Liceo Scientifico L.B. Alberti di Minturno (LT).
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Postepay e phishing: sottratti 2.400 euro a Brindisi Ancora un altro caso di truffa informatica a danno di una titolare di Postepay Evolution segnalato da Confconsumatori: sottratti dati personali e soldi.
Parma-Bari, 8 luglio 2020 – Sono davvero tanti, negli anni, i casi di truffe informatiche segnalati da Confconsumatori che riguardano possessori di carte e conti Postepay (Easy, Evolution, ecc.), l’ultimo registrato è ai danni di una brindisina che, rispondendo a un messaggio da parte di un mittente che si spacciava per “Poste Italiane”, si è vista sottrarre i dati personali e più di 2.400 euro che aveva sul conto corrente.
Le truffe informatiche non accennano a placarsi, nemmeno durante il periodo di lockdown, quando tutto il Paese si è fermato per emergenza sanitaria da Covid-19. Proprio durante questo periodo di chiusura totale una risparmiatrice di Brindisi, a fine aprile, ha ricevuto un sms sul numero di cellulare collegato alla sua carta Postepay Evolution in cui veniva invitata ad aggiornare i suoi dati personali per questioni di sicurezza e le venivano fornite le relative istruzioni da seguire. Convinta che si trattasse di un messaggio proveniente dal canale ufficiale di Poste, la signora ha seguito le indicazioni inserendo i suoi dati sensibili, non accorgendosi che, invece, dall’altra parte c’era un pirata informatico che le stava rubando, oltre ai dati personali, anche i soldi sul suo conto.
Qualche tempo dopo, in modo casuale, la consumatrice era venuta a conoscenza del prelievo non autorizzato di più di 2.400 euro sul suo conto corrente e si era immediatamente recata all’Ufficio postale per segnalarlo e bloccare la sua carta.
La risparmiatrice si è poi rivolta a Confconsumatori per chiedere assistenza nella richiesta di rimborso a Poste Italiane. «La responsabilità è da ascrivere visibilmente all’Azienda – ha affermato l’Avvocato Alessandra Taccogna, responsabile di Confconsumatori comunale Bari Capurso Triggiano – e, precisamente, al sistema di sicurezza adottato che appare del tutto insufficiente. A dimostrazione di questo, vi è il fatto che quello contestato non è l’unico episodio avvenuto ad oggi, in quanto diversi altri assistiti dall’associazione hanno subito la perdita di somme per gli stessi motivi. Ciò nonostante, Poste continua ad accendere conti correnti, senza avere adottato informative e strumenti che mettano in guardia il risparmiatore e ostacolino le truffe».
L’Associazione ricorda a tutti i cittadini di prestare molta attenzione a sms ed e-mail che rimandano a link o invitano a inserire i propri dati; invita, inoltre, a segnalare la ricezione di messaggi sospetti ai canali ufficiali di Poste e agli sportelli territoriali dell’associazione.
Phishing e truffe online ad Avellino: tante le segnalazioni In Irpinia pioggia di mail e massaggi sospetti inviati allo scopo di rubare dati personali. Confconsumatori ha segnalato i casi alla Polizia Postale.
Avellino-Parma, 23 giugno 2020 – Dopo il periodo di chiusura totale per emergenza sanitaria da Coronavirus, sono aumentate in modo esponenziale le frodi informatiche ai danni dei consumatori. Lo dimostrano le numerose segnalazioni dei cittadini irpini arrivate alla sede di Confconsumatori di Avellino che raccontano della ricezione di e-mail, Pec e messaggi a scopi truffaldini.
Sono molte le società e gli enti per cui gli hacker informatici si spacciano in queste tentate truffe, al fine di acquisire credibilità agli occhi degli ignari utenti e spingerli così ad aprire in buona fede le mail che in realtà veicolano contenuti pericolosi: Eni gas & Luce, Aruba, Banca San Paolo, Poste Italiane, ma anche l’Inps e l’Agenzia delle Entrate.
«Si tratta di vere e proprie truffe – dichiara la responsabile di Confconsumatori Avellino Marta De Leucio – ideate allo scopo di rubare i dati personali, come il numero di carta di credito o le chiavi di accesso al servizio di home banking dei cittadini. I truffatori inviano false e-mail con il logo, il nome e il layout tipico della società o ente pubblico imitato, invitando il destinatario a cliccare su un link o ad aprire un allegato al solo fine di carpire informazioni riservate».
In questi giorni numerosi cittadini irpini lamentano, per esempio, la ricezione di una PEC che, apparentemente, sembra essere stata inviata dal Tribunale di Napoli ma che, in realtà, è una missiva contenente un malware di tipo Trojan che potrebbe essere in grado di rubare preziosi dati personali dal computer.
A tutela dei consumatori irpini è, pertanto, scesa in campo la Confconsumatori che ha segnalato alla Polizia Postale le numerose e-mail a carattere fraudolento.
L’Associazione invita dunque tutti i cittadini a continuare a segnalare la ricezione di e-mail o messaggi sospetti.
Link all’elenco completo delle sedi territoriali di Confconsumatori
Online il numero di ottobre 2019 Per navigare in sicurezza nel mare del web è necessario conoscere i rischi a cui si può andare in contro. Sfoglia e scopri cosa sono lo spamming, il phishing e come difenderti dalle truffe informatiche.
Parma, 2 gennaio 2020 – Le insidie del web sono molte e all’ordine del giorno: per evitare di cadere nelle trappole delle frodi informatiche, è importante saper riconoscere in tempo le minacce che possiamo trovarci davanti. A questo scopo Confconsumatori ha dedicato il secondo numero numero del periodico “Confconsumatori Notizie” del 2019 ai “Pericoli del web“, con un focus su due truffe molto comuni, il phishing e lo spamming, e utili suggerimenti su cosa fare nel caso in cui gli hacker ci abbiano sottratto informazioni personali o soldi. Il numero contiene anche informazioni sulle funzioni dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) che interviene anche nei casi di truffe bancarie online.
Ecco il sommario:
- I pericoli del WEB
- Le insidie del web: facciamo chiarezza
- Cosa fare se sei caduto nella rete del phishing
- L’Arbitro bancario finanziario (ABF)
Per sfogliare il numero di “Confconsumatori Notizie” clicca QUI o sulla copertina qui sotto.
Non si accorgono del furto del bancomat: risarciti La Banca si era rifiutata di rimborsare ma l’Abf ha chiarito che non accorgersi del furto non è un’omissione degli obblighi di custodia
Parma, 27 marzo 2018 – Il consumatore che non si accorge di aver subito il furto del bancomat e non lo denuncia immediatamente ha comunque diritto al rimborso delle somme sottratte. Questo è quanto ha stabilito l’Arbitro Bancario Finanziario interpellato da Confconsumatori Parma.
Una coppia di risparmiatori parmigiani, titolari di un conto corrente cointestato, era stata contattata dalla propria banca che li aveva informati di ripetute operazioni di prelievo, effettuate in una Regione diversa da quella di residenza, per cifre che superavano la consueta soglia di utilizzo della carta. Solo in quel momento uno dei due titolari aveva effettivamente realizzato di aver perso il bancomat, che qualcun altro stava utilizzando senza consenso.
Dopo l’avvertimento della banca e l’amara scoperta il titolare aveva provveduto immediatamente a denunciare l’accaduto alla Autorità di Pubblica Sicurezza, precisando di non aver mai custodito il bancomat insieme al codice Pin. Nonostante la denuncia, però, l’intermediario finanziario si era rifiutato di riconoscere il rimborso richiesto dai propri clienti, lamentando la mancata adesione al servizio “Sms Alert” e sostenendo che ripetuti prelievi non potevano che essere avvenuti a seguito dell’inserimento del corretto Pin.
I titolari del conto si erano così rivolti alla Confconsumatori e attraverso quest’ultima all’Arbitro Bancario Finanziario, autorità preposta alla risoluzione stragiudiziale delle controversie nel settore bancario. L’Arbitro ha riconosciuto il diritto della coppia di risparmiatori ad essere rimborsati delle somme indebitamente prelevate da ignoti, in quanto la banca avrebbe dovuto dimostrare, per sottrarsi a tale obbligo, la colpa grave o il dolo dei titolari del bancomat, posto che non può essere considerata una condotta contraria alla diligenza quella di chi non verifica quotidianamente di essere in possesso o meno della propria carta di pagamento.
«Una decisione molto importante – commenta l’avvocato Grazia Ferdenzi che ha assistito i risparmiatori – perché riconosce il diritto del titolare di un bancomat a vedersi restituire le somme prelevate senza autorizzazione anche quando ciò sia la conseguenza della perdita dello strumento di pagamento (furto o smarrimento) non immediatamente percepita dal titolare del bancomat. L’Arbitro Bancario Finanziario ha riconosciuto, infatti, come il comportamento del risparmiatore, che si accorge di non essere più in possesso del proprio strumento di pagamento a distanza di giorni dal furto o dallo smarrimento non configuri un’omissione degli obblighi di custodia del medesimo, salve le ipotesi di colpa grave o dolo che devono comunque essere provate da parte dell’Istituto di Credito e che, nel caso specifico, non sono state mai raggiunte».
Scarica la decisione dell’ABF.