Massa, 17 giugno 2022 – La sede di Confconsumatori Massa-Carrara prosegue la sua azione a supporto dei cittadini che affrontano problematiche legate ai servizi di telefonia, come malfunzionamenti sulla linea telefonica e addebiti di servizi e apparati non richiesti. Nell’ultimo periodo sono numerosissime le persone che si sono rivolte allo sportello locale e allo sportello attivo presso il Comune di Forte dei Marmi – aperto in collaborazione con l’Amministrazione – per ricevere assistenza.

PROBLEMATICHE COMUNI – Gli episodi più diffusi riguardano addebiti per servizi non richiesti e fornitura di sim card non previste nel contratto. Ne sono un esempio due casi recenti che, dopo il reclamo e la risposta negativa del gestore, sono stati portati dall’avvocato Francesca Galloni, legale di Confconsumatori, in conciliazione paritetica e risolti. Grazie al supporto dell’associazione, una donna si è vista annullare un debito non dovuto di oltre 900 euro, mentre un’altra, che aveva restituito un modem wi-fi ma a cui il gestore continuava illegittimamente a conteggiare le rate nelle fatture, è stata rimborsata.

IL CASO – Ma la vittoria recente più significativa riguarda un caso di contratto non richiesto e di passaggio forzato ad un nuovo operatore, nonostante l’associato non avesse fornito alcuna adesione né a voce né con sottoscrizione di alcun documento. Per tutelare i diritti del consumatore è stato necessario rivolgersi all’Autorità Giudiziaria e finalmente, con la sentenza n. 99/2022 del Giudice di Pace di Massa dott. Bassioni, l’associato ha ottenuto giustizia.

La vicenda ha avuto inizio da una telefonata, nella quale il gestore offriva un contratto di abbonamento a prezzi inferiori rispetto a quello al tempo sottoscritto dall’associato. L’uomo, senza dare alcun consenso, ha solamente dichiarato di essere interessato a ricevere dei documenti scritti per valutare la proposta. Nonostante questo, il gestore è subentrato illegittimamente, inviando a casa dell’utente anche delle apparecchiature mai richieste e prontamente restituite dal nostro associato. L’uomo non si è arreso, e ha proseguito con l’invio di fax per denunciare l’accaduto e contestare le bollette che via via cominciavano ad arrivare finché, a distanza di oltre un anno, dopo il reclamo presentato da Confconsumatori, il gestore finalmente ha risposto per iscritto, riconoscendo che il contratto non esisteva e dichiarando che sarebbe stato annullato.

Ma, proprio quando la situazione sembrava risolta, il consumatore si è visto recapitare una fattura finale da oltre 1000 euro. A quel punto, l’avvocato Galloni ha deciso di intraprendere la causa dinnanzi al Giudice di Pace di Massa chiedendo non solo il riconoscimento dell’inesistenza del contratto e l’annullamento del “supposto debito”, ma anche il risarcimento dei danni.

Con la sentenza del 28/4/2022 n. 99 il Giudice di Pace di Massa. riconoscendo la fondatezza della domanda, non solo ha annullato il debito, ma ha condannato il gestore al risarcimento dei danni morali quantificati in 500 euro.

Il Giudice ha stabilito: Fondata quindi è la domanda di risarcimento del danno esistenziale, interpretando e facendo proprio l’orientamento recentemente ribadito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite (N. 6572/2006), in base al quale tale categoria di danno può essere dimostrata anche facendo ricorso a quelle nozioni generali derivanti dall’esperienza, delle quali ci si serve nel ragionamento presuntivo e nella valutazione delle prove. L’incidenza sull’assetto relazionale della vita legata alla necessità di doversi “difendere” da modalità comportamentali aggressive poste in opera da un soggetto economico molto forte, subdole per le modalità con le quali vengono poste in essere a fronte per altro di esborsi contenuti, quali possono rendere “poco visibili” agli utenti la lesioni alla sfera dei diritti di libertà economica cosi posti in essere porta alla necessità di riconoscere una lesione e dunque il diritto ad un risarcimento del danno esistenziale”.

Finalmente questa assurda vicenda ha avuto l’epilogo sperato“, commenta l’avvocato Galloni. “Importante è anche il riconoscimento del risarcimento per danni morali visto che, con il comportamento contrario alle regole contrattuali e di buona fede, spesso i gestori creano disagi e danni nella sfera morale e psicologica degli utenti, che si trovano costretti a perdere tempo ed energie per cercare – invano – di risolvere queste problematiche. Ma l’accaduto deve essere di monito a tutti: diffidate delle telefonate che ricevete per cambio gestore o con proposte di offerte allettanti perché ci si potrebbe trovare clienti a propria insaputa di nuovi gestori (come nel caso della sentenza del Gdp Massa) o in ogni caso dare il proprio assenso scoprendo solo dopo che le condizioni contrattuali descritte al telefono non corrispondono a quanto fatturato. Diffidate quindi dalle registrazioni telefoniche e informatevi nel caso in cui vogliate cambiare il gestore”.

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