Massa-Carrara, 23 marzo 2023 – Dopo la pronuncia della Corte di Cassazione del 2021 e la sentenza del Tribunale di Massa del 2022, arriva un’altra pronuncia a favore degli utenti contro le “partite pregresse”, cioè i conguagli tariffari inseriti in bolletta. Il Giudice di Pace di Massa, dott. Locane, ha confermato il filone giurisprudenziale con la sentenza n.53/2023, condannando il gestore del servizio idrico integrato Gaia a restituire a un utente oltre 2.000 euro pagati nel corso degli ultimi anni a titolo di partite pregresse inserite in fatture.

LA VICENDA

L’associato di Confconsumatori, dopo aver presentato invano un reclamo al gestore per riavere le partite pregresse, aveva deciso di tutelare i propri diritti dinanzi al Giudice di Pace di Massa, che ha accolto in toto l’istanza formulata per conto dell’utente dall’avvocato Francesca Galloni di Confconsumatori Massa-Carrara, delegata nazionale del settore del servizio idrico integrato.

Questa sentenza – commenta il legale di Confconsumatori – ancora una volta conferma la fondatezza della battaglia portata avanti in questi anni dalla Confconsumatori a sostegno dell’illegittimità delle voci inserite in bolletta a titolo di partite pregresse. È una sentenza che si pone in linea con la più recente giurisprudenza, confermando che ‘la spettanza delle partite pregresse è definita dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico ma tale determinazione, adottata nell’esercizio del potere regolatorio in relazione al servizio idrico integrato, non può porsi in contrasto con il principio di irretroattività. Ne consegue l’illegittimità del meccanismo recuperatorio finalizzato al recupero dei deficit di bilancio pregresso e posto a carico degli utenti a prescindere dalla fruizione del servizio, sulla base della sola titolarità di utenze attive alla data di entrata in vigore della nuova disciplina in materia tariffaria’“.

COSA SONO LE PARTITE PREGRESSE

Le “partite pregresse” sono conguagli tariffari approvati dai vari gestori dopo la delibera 643/2013 dell’allora Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica gas e sistema idrico, oggi Arera) che dava la possibilità alle Autorità di ambito e ai vari gestori di prevedere retroattivamente quei conguagli, spalmati per gli anni successivi fino ad arrivare al 2022. Da quel momento sono comparse in bolletta le voci “partite pregresse”, importi calcolati con meccanismi da “azzeccagarbugli”, non elevati ma invisi agli utenti perché costretti a pagare conguagli tariffari spettanti invece ai gestori per il periodo precedente al trasferimento delle competenze del Servizio idrico integrato ad Aeegsi.

COSA POSSONO FARE I CONSUMATORI

Alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione e della successiva giurisprudenza che ha accolto la tesi del consumatore, gli utenti possono verificare se nelle bollette da loro pagate negli ultimi 5 anni è presente la voce “partite pregresse” e chiedere il rimborso.

Un modello di lettera è disponibile nelle sedi toscane di Confconsumatori. Tutti i contatti sono disponibili QUI.

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