Parma, 6 aprile 2022 – Spendi di più, ma non te ne accorgi. Si tratta della “shrinkflation”, dall’unione di shrink (in inglese, restringere) e inflation (inflazione), ed è un fenomeno economico di cui si sta sentendo molto parlare negli ultimi giorni. I prodotti che incontri sugli scaffali del supermercato hanno apparentemente il solito prezzo, ma sono venduti in una confezione più piccola o dal contenuto ridotto. Le quantità vengono diminuite solamente di pochi grammi, in modo che chi acquista non noti subito la differenza e non sia spaventato da quello che, di fatto, è un aumento del prezzo.

Il caso che viene spesso riportato è quello del pacchetto di patatine: il sacchetto sembra lo stesso, ma all’interno trovi 5 o 10 sfoglie in meno di quelle che avresti trovato in precedenza. Lo stesso può valere, ad esempio, per le confezioni di tè e tisane: il packaging rimane invariato, ma il numero di bustine contenute nella scatola sarà inferiore.

Questa strategia è già stata messa in pratica in passato da alcune note multinazionali per tagliare i costi di produzione, mantenendo allo stesso tempo inalterati i propri profitti, o addirittura accrescendoli. Com’è noto, la guerra in corso tra Russia e Ucraina sta facendo salire il costo di numerose materie prime, a partire da quelle alimentari.

La shrinkflation, però, non colpisce solamente i beni alimentari: sono state segnalate riduzioni anche nelle quantità di prodotti per la cura della casa e per l’igiene della persona. Anche se non è illegale, questa pratica colpisce le tasche dei consumatori, non sufficientemente informati dalle aziende e già vessati dagli aumenti nei costi di energia e carburante.

Confconsumatori invita dunque le persone a fare attenzione a ciò che acquistano e a segnalare alle sue sedi territoriali eventuali variazioni nei prodotti.