Milano, 30 giugno 2015 – Un primo passo verso la riconquista da parte dei viaggiatori degli spazi delle stazioni ferroviarie, a partire da quella Centrale di Milano, sempre più simile a un centro commerciale affollato di negozi, dove difficilmente chi viaggia può trovare un posto a sedere senza accedere a un bar. Il Tar della Lombardia ha infatti parzialmente accolto il ricorso presentato sia da Confconsumatori sia dall’Associazione Pendolari Piacenza, riconoscendo il diritto delle due associazioni ad accedere – come si legge nella sentenza – a «Tutti gli elaborati progettuali e grafici, in possesso della società Grandi Stazioni S.p.A., relativi all’attuale distribuzione degli spazi della Stazione centrale di Milano, con indicazione della destinazione d’uso delle singole parti […] per la verifica di un rapporto di proporzionalità tra spazi pubblici destinati al servizio ferroviario e spazi pubblici concessi per usi diversi dal primo».

La Corte ha, infatti, sposato la tesi del vincolo di destinazione pubblica funzionale sostenuto da Confconsumatori, difesa dall’avvocato Umberto Fantigrossi: «La Corte – spiega l’avvocato Fantigrossi – ha specificato come la costituzione di soggetti quali la società Grandi Stazioni S.p.A. rappresenti, in sé, una manifestazione del fenomeno della contrazione dell’uso generale dei beni di proprietà collettiva pubblica in ragione dell’espansione dell’uso strumentale (commerciale). Se il giudice riconosce l’intento di ottimizzare la qualità dei servizi offerti per aumentare il livello di soddisfazione degli utenti, consentendo attività alternative come ad esempio lo shopping, al contempo mette chiaramente in evidenza la “primazia dell’interesse generale connesso alla sua pubblica destinazione”, da non mettere in discussione».

La condanna a produrre i documenti già richiesti da Confconsumatori nei mesi scorsi, si fonda su due presupposti riconosciuti dal Tar a fronte delle eccezioni preliminari della controparte. Da un lato, infatti, è stata riconosciuta la legittimità dell’associazione ad agire nell’interesse dei diritti dei turisti e viaggiatori, utenti di servizi pubblici. Dall’altro lato la società “Grandi Stazioni S.p.A.” è stata riconosciuta come “impresa pubblica che gestisce sia le aree ad uso commerciale sia quelle che pertengono al servizio ferroviario e, pertanto, «L’unico soggetto in grado di fornire i chiarimenti in ordine all’esatta ripartizione tra l’uso generale e l’uso strumentale delle aree».

Non è stata, invece, accolta la richiesta di dati sulla gestione economica degli spazi commerciali, in quanto «Non sono stati dedotti elementi che possano manifestamente comportare un sacrificio per gli interessi dei pendolari». Le controparti, Grandi Stazioni S.p.A e la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Collegio dei Ministri, sono stati condannati anche a risarcire le spese legali a Confconsumatori e all’Associazione Pendolari Piacenza.

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