Brindisi, 20 settembre 2021 – Lo scorso 16 settembre il Tribunale di Brindisi, Giudice Giliberti, ha accolto la domanda che tre risparmiatori, difesi dagli avvocati Antonio Pinto e Antonio Amendola di Confconsumatori, avevano proposto contro la Banca Popolare di Bari, dopo aver vinto dinanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie.
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Fondo Irs: nuove prospettive di risarcimento Prima pronuncia dell’ACF che censura la condotta di Investire SGR: una decisione che rappresenta una speranza concreta per tanti investitori danneggiati
Parma, 28 luglio 2021 – Confconsumatori ha ottenuto davanti all’Arbitro per le Controversie Finanziarie la prima condanna nei confronti di InvestiRE SGR, la società di gestione del fondo immobiliare Invest Real Security (Irs) venduto nel 2003 in particolare a migliaia di clienti di Poste Italiane. I quotisti Irs hanno subito perdite del 57%. Finora Confconsumatori ha ottenuto per molti di loro risarcimenti da Poste (che ha avviato iniziative di tutela specifiche) o dagli Intermediari che avevano collocato i titoli. Ora, per la prima volta, viene chiamata in causa la società di gestione: una decisione che apre nuove prospettive di risarcimento per chi, specie tra gli investitori più esperti, non è riuscito a ottenere alcun rimborso.
LA DECISIONE DELL’ACF – Un risparmiatore pugliese, che aveva investito in Irs circa 10mila euro si è affidato a Confconsumatori, in particolare agli avvocati Antonio Pinto e Antonio Amendola di Confconsumatori Bari, per far valere dinanzi all’Acf la responsabilità della società di gestione per “mala gestio”. Nel ricorso erano contestati: la violazione sia degli obblighi generali di correttezza e diligenza previsti dalle disposizioni codicistiche, sia degli obblighi specifici imposti dal Tuf, dalla normativa secondaria in materia di intermediazione finanziaria e gestione collettiva del risparmio e dal Regolamento del fondo. L’ACF ha recentemente condannato InvestiRE Sgr a risarcire il danno. Per l’Arbitro, InvestiRE Sgr non ha offerto elementi atti a dimostrare che la decisione di vendere in blocco gli immobili sia stata informata ad un principio di ragionevolezza e di migliore tutela degli interessi dei partecipanti al fondo, ed ha agito in conflitto di interessi. Per questo il risparmiatore ha ottenuto il risarcimento calcolato sulla base della differenza fra la cifra dell’acquisto delle quote e il loro valore finale di liquidazione, oltre interessi legali dalla data dell’investimento e maggior danno da rivalutazione monetaria.
LE PROSPETTIVE PER I QUOTISTI – I quotisti del fondo Irs (gestito da InvestiRE SGR) che fino ad oggi non hanno ottenuto rimborsi né hanno sottoscritto transazioni, possono contattare Confconsumatori per valutare azioni finalizzate al recupero dell’investimento, sia nei confronti degli intermediari, sia nei confronti della società di gestione, alla luce della recente decisione dell’ACF. Per informazioni è possibile scrivere a risparmio@confconsumatori.it o rivolgersi alle sedi di Confconsumatori elencate qui: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/
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Popolare di Bari e Veneto Banca: riconosciuti 14 risarcimenti L’ACF ha stabilito che le banche dovranno risarcire i consumatori. Il Coordinamento: «Le banche non hanno informato i risparmiatori dei rischi dei titoli».
Brindisi, 22 gennaio 2021 – Continua il trend positivo di vittorie dinnanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) dei risparmiatori, seguiti dal Coordinamento istituito da Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, Confconsumatori Brindisi, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento e ACU Calabria, coinvolti nelle note vicende Veneto Banca e Banca Popolare di Bari.
Tra la fine del 2020 e i primi giorni del 2021, il Coordinamento ha ottenuto sette pronunzie favorevoli per i risparmiatori nei confronti di Banca Intesa San Paolo, quale società incorporante per fusione Banca Apulia, per la vendita di titoli Veneto Banca, e altre sette pronunzie favorevoli per i consumatori nei confronti della Banca Popolare di Bari, per azioni che lo stesso istituto di credito ha emesso e venduto.
Più in particolare, in dette decisioni l’ACF ha riconosciuto il diritto dei risparmiatori ad ottenere il risarcimento del danno quantificato nell’importo investito in azioni, oltre interessi.
«Siamo molto soddisfatti per i risultati che stiamo ottenendo – afferma l’avvocato Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento – L’ACF sta accogliendo integralmente la nostra linea difensiva riscontrando le criticità evidenziate nei nostri ricorsi e la violazione della normativa di settore da parte degli Istituti di credito».
Nei casi sottoposti all’ ACF, quest’ultimo ha riscontrato la violazione degli obblighi di informazione da parte degli Istituto di credito. Come sostenuto dagli associati del Coordinamento, infatti, l’allora Banca Apulia, oggi Intesa San Paolo s.p.a., nella vendita dei titoli Veneto Banca, e la Banca Popolare di Bari, per la vendita dei propri titoli, non avevano reso edotti i risparmiatori della natura, dei rischi e della pericolosità dell’investimento posto in essere.
I risparmiatori, quindi, solo successivamente, si sono resi conto che detti titoli, lungi dall’essere sicuri erano in realtà azioni illiquide e, quindi, titoli a rischio, i quali hanno registrato un crollo verticale del proprio valore.
Nonostante le pronunzie dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie, però, sia la Banca Intesa San Paolo sia la Banca Popolare di Bari continuano a non voler definire bonariamente le controversie, costringendo, così i risparmiatori a adire l’Autorità Giudiziaria per la tutela dei propri diritti.
«Come Coordinamento – continua l’avvocato Graziuso – stentiamo a comprendere la posizione di chiusura assunta dagli Istituti di credito, nonostante le decisioni dell’Arbitro, la storica sentenza di condanna della Banca Intesa San Paolo per la vendita di titoli Veneto Banca emessa dal Tribunale di Brindisi e la nostra proposta di istituire un tavolo di trattative per analizzare e cercare di risolvere le singole posizioni dei risparmiatori. Di fronte a tale chiusura, quindi, continueremo la nostra battaglia al fianco dei risparmiatori dentro e fuori le aule di Tribunale, promuovendo ogni opportuna azione legale».
Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.
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BPB, dai nuovi vertici ancora poche aperture Nonostante il rinnovo del CDA e la richiesta di un tavolo per le controversie, la Popolare di Bari tace. Il Coordinamento: «il cambio di rotta non c’è stato».
Bari, 15 dicembre 2020 – «Prendiamo atto che l’auspicato cambio di rotta rispetto al passato da parte del nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari con conseguente apertura alle istanze dei risparmiatori non c’è stato». È questo il commento lapidario del Coordinamento istituito dall’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, Confconsumatori Brindisi, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento, l’ACU Calabria e Confconsumatori Brindisi, a distanza di oltre due settimane dalla richiesta, inoltrata ai vertici della Banca Popolare di Bari, di istituire un tavolo delle trattative volto a dirimere in via bonaria le controversie con i risparmiatori.
Il Coordinamento, il quale costituisce un fronte compatto di Associazioni che da anni tutelano i diritti dei consumatori, nelle scorse settimane aveva proposto ai vertici della Banca Popolare di Bari l’istituzione di un tavolo delle trattative volto al bonario componimento delle controversie, nell’ambito del quale ogni singola posizione fosse analizzata, valutata e discussa singolarmente.
Il Coordinamento, inoltre, aveva espresso, sin da subito, in modo chiaro, la propria contrarietà a previsioni “preconfezionate” contenenti, ad esempio, le misure massime di indennizzo, i requisiti che il risparmiatore deve rivestire (es. reddito, condizioni di salute, ecc.) e/o l’esclusione di determinate tipologie di titoli.
«Prendiamo atto – afferma l’avvocato Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento – che la Banca non ha fornito alcun riscontro alla nostra richiesta dimostrando, in tal modo, di non voler risolvere bonariamente le controversie con i risparmiatori. Tale chiusura alla nostra proposta appare del tutto incomprensibile, anche alla luce delle numerose e costanti pronunzie ottenute dinnanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie che hanno riconosciuto il diritto al risarcimento del danno dei nostri associati. Allo stato attuale, quindi, l’avvio di azioni giudiziarie rimane l’unica strada per i risparmiatori per cercare di ottenere il riconoscimento dei propri diritti e, di conseguenza, la restituzione del proprio denaro».
Dal Coordinamento fanno sapere che soltanto nell’ultima settimana quattro associati dello stesso hanno ottenuto provvedimenti favorevoli dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie nei confronti della Banca Popolare di Bari. «L’Arbitro ha accolto integralmente la nostra linea difensiva – conclude l’avvocato Graziuso, che ha assistito i risparmiatori nelle controversie dinnanzi all’Arbitro – riconoscendo la violazione da parte della Banca degli obblighi sulla stessa gravanti ed il diritto al risarcimento del danno dei nostri associati. Continueremo, quindi, a dare battaglia dentro e fuori le aule di Tribunale».
Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.
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BPB e Vento Banca: tre vittorie a Bari e Brindisi L’Arbitro della Consob ha stabilito che i risparmiatori seguiti dal Coordinamento, di cui fa parte Confconsumatori, dovranno essere risarciti dagli istituti di credito.
Bari-Brindisi, 27 novembre 2020 – Sono tre le vittorie che negli scorsi giorni hanno visto protagonista l’associazione nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, coordinamento di cui fa parte anche Confconsumatori: una a Bari, per la vendita di azioni della Banca Popolare di Bari, e una a Brindisi, per l’acquisto di titoli Veneto Banca. L’ACF ha confermato che gli istituti di credito non hanno adempiuto agli obblighi di informazione dei clienti al momento della vendita dei titoli.
Nel caso del risparmiatore barese assistito dal coordinamento, l’Arbitro per le Controversie Finanziarie della Consob ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno da parte della Popolare di Bari, confermando la violazione da parte della Banca Popolare di Bari della normativa concernente gli obblighi informativi gravanti sull’istituto di credito. «Ancora una volta – ha affermato l’avvocato Emilio Graziuso, presidente del Coordinamento – abbiamo ottenuto una vittoria su tutta la linea per un nostro assistito nell’annoso braccio di ferro che i risparmiatori hanno intavolato nei confronti della Banca Popolare di Bari».
Il Coordinamento “Dalla Parte del Consumatore”, pur essendo soddisfatto per le vittorie dinnanzi all’ACF in materia di vendita delle azioni Banca Popolare di Bari, evidenzia che l’istituto di credito, sino ad ora, non si è adeguato alle decisioni dell’Arbitro, costringendo, quindi, i risparmiatori che hanno ottenuto una decisione favorevole ma non vincolante a promuovere comunque un processo nei suoi confronti. L’Associazione chiede al nuovo Consiglio di Amministrazione se ci sarà un cambio di rotta e se, essendo state acclarate in sede arbitrale le responsabilità dell’Istituto di Credito, la nuova dirigenza darà esecuzione alle decisioni dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie o continuerà a costringere i risparmiatori a promuovere dei processi.
Diverso, ma simile, è il caso dei due risparmiatori brindisini per i quali l’ACF ha stabilito un risarcimento di 10.300 euro e di 20.600 euro, da parte della Banca Intesa San Paolo, quale incorporante Banca Apulia. Entrambi, attraverso il Coordinamento, hanno presentato ricorso davanti all’Arbitro della Consob che ha accolto integralmente la linea difensiva, riscontrando la violazione degli obblighi di informazione da parte dell’Istituto di credito intermediario.
Infatti, l’allora Banca Apulia, oggi Intesa San Paolo S.p.A., nella vendita dei titoli Veneto Banca non aveva informato i risparmiatori della natura, dei rischi e della pericolosità dell’investimento posto in essere. I risparmiatori, quindi, solo successivamente si sono resi conto che detti titoli, lungi dall’essere sicuri erano in realtà azioni illiquide e, quindi, titoli a rischio.
In entrambi i casi, i risparmiatori hanno cercato di addivenire ad un accordo bonario con la Banca ma senza successo e, successivamente, sono stati, quindi, costretti, per cercare di ottenere il riconoscimento dei propri diritti, ad agire dinnanzi all’ACF. Purtroppo, un’azionista dopo il reclamo sporto nei confronti della Banca è deceduto e, pertanto, la procedura dinnanzi all’ACF è stata condotta dagli eredi.
Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.
- Novembre, 27
- 1553
- Dalle Sedi, Puglia, Risparmio e Investimenti
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Azioni Veneto Banca rischiose, risarcita risparmiatrice Grazie a Confconsumatori una risparmiatrice di Trani sarà rimborsata per l’acquisto di azioni Venerato Banca. L’Arbitro della Consob ha accolto il ricorso.
Andria, 6 ottobre 2020 – Continua la battaglia a tutela dei risparmiatori danneggiati dal caso azioni Veneto Banca. Ad Andria (BAT) Banca Apulia è stata condannata dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie a risarcire l’intero investimento di una anziana signora tranese cui era stato suggerito l’acquisto di azioni VB.
Con la recentissima decisione del 1°ottobre 2020, l’Arbitro per le Controversie Finanziarie ha accolto il ricorso presentato da una anziana signora tranese, assistita e difesa dall’avvocato Laura Maria Pia Tota, legale di Confconsumatori Andria.
In particolare, la risparmiatrice, ultrasettantenne e totalmente priva di cultura finanziaria, era stata indotta dall’addetto di Banca Apulia ad investire i propri risparmi in azioni Veneto Banca perché ritenuti dall’istituto stesso affidabili e sicuri al 100%, cosa che invece non erano per nulla. La signora, dopo essersi rivolta a Confconsumatori, ha portato il caso davanti all’Arbitro per le Controversie Finanziarie.
L’ACF ha accolto la domanda dell’anziana tranese, rilevando che la Banca non aveva fornito la prova di aver ottemperato i propri doveri informativi sulle caratteristiche degli strumenti finanziari e, in particolare, sulla loro natura illiquida, quindi altamente rischiosa. L’istituto di credito, inoltre, non aveva eseguito la rilevazione di adeguatezza dell’investimento in relazione al profilo dell’investitore.
L’Arbitro ha poi confermato il proprio indirizzo circa gli effetti della cessione di Banca Apulia a Banca Intesa Sanpaolo, affermando che «La disciplina del d.l. 99/2017 non può essere letta come volta a esonerare parte resistente da eventuali responsabilità per la commercializzazione delle azioni dell’allora capogruppo dell’intermediario collocatore».
Pertanto, l’Arbitro della Consob ha condannato la Banca al pagamento dell’intera somma oggetto dell’investimento in favore della risparmiatrice, entro il termine di trenta giorni dalla pronuncia.
«Siamo davanti a un’altra importante decisione – afferma l’avvocato Laura Maria Pia Tota – perché ribadisce il principio della responsabilità della banca quando sussistono carenze informative nel rapporto tra banca e cliente, e la banca non ha valutato se l’operazione di investimento, fatta eseguire al risparmiatore, fosse o meno adeguata al suo profilo di rischio ed ai suoi obiettivi di investimento».
- Ottobre, 6
- 1926
- Accesso alla giustizia e conciliazioni, Dalle Sedi, Puglia, Risparmio e Investimenti
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