Grosseto, 21 gennaio 2021 – Un’altra importante vittoria in materia di buoni fruttiferi postali. Un’ordinanza ottenuta da Confconsumatori Toscana per una famiglia di grossetani stabilisce che se il timbro del buono è illeggibile deve essere rimborsato sempre, anche oltre la scadenza. Confconsumatori coglie l’occasione per fare appello al Governo affinché ponga fine al contenzioso dilagante sui buoni postali.
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Obelisco, conciliazione anche con quote trasferite I coniugi ferraresi seguiti da Confconsumatori hanno fatto ricorso all’ACF. Poste ha aperto alla conciliazione prima negata, anche se i fondi erano stati spostati.
Parma, 29 ottobre 2020 – Due coniugi ferraresi avevano sottoscritto quote del Fondo Immobiliare chiuso Obelisco per 10 mila euro complessivi, assistendo poi alla drastica riduzione del loro investimento, eventualità di cui affermavano di non essere stati informati. Assistiti da Confconsumatori, i risparmiatori hanno fatto ricorso contro Poste Italiane portando la questione davanti all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF).
Prosegue l’attività di assistenza e tutela da parte di Confconsumatori nei confronti dei risparmiatori Obelisco. Nel 2005 due risparmiatori, marito e moglie, avevano acquistato da un intermediario di Poste Italiane quattro quote del Fondo Immobiliare, del valore di 2.500 euro ciascuna, per un totale di 10 mila euro. Tempo dopo, nel 2013, i coniugi hanno spostato l’investimento su un altro conto, per poi spostare le quote nuovamente presso Poste nel 2017.
Nel mentre, i risparmiatori hanno notato il progressivo e repentino svalutarsi del loro investimento, così, assistiti da Confconsumatori, hanno deciso di tentare la strada della conciliazione paritetica istituita da Poste. La procedura, però, non è andata a buon fine, perché per aver accesso all’iniziativa di tutela le quote sarebbero dovute rimanere sempre presso il conto iniziale, senza subire trasferimenti prima del 31 dicembre del 2018.
I coniugi, allora, hanno deciso di fare ricorso e portare la questione davanti all’ACF, evidenziando che al momento della firma per la vendita delle quote, l’intermediario di Poste non aveva assolto agli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza circa le caratteristiche dello strumento finanziario che stavano acquistando.
A questo punto Poste Italiane si è detta disponibile a includere il caso dei due coniugi nella procedura di conciliazione proposta a tutti i titolari dei Fondi Immobiliari Obelisco, nonostante le quote non siano rimaste continuativamente presso l’intermediario iniziale. In seguito, il procedimento davanti all’ACF è stato così interrotto e i risparmiatori hanno aderito alla proposta.
Confconsumatori ricorda che ancora per pochi giorni Poste Italiane ha prorogato al 31 ottobre 2020 il termine per presentare domanda per il rimborso e la procedura conciliativa.
I quotisti Obelisco danneggiati possono rivolgersi agli sportelli di Confconsumatori per avere un consiglio su come tentare di recuperare i risparmi perduti: i recapiti sono elencati A QUESTO LINK.
Chi non avesse una sede territoriale vicina, può chiedere aiuto allo sportello online risparmio@confconsumatori.it
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Fondi Europa1 e Obelisco: risarciti due grossetani Confconsumatori ha seguito il caso dei risparmiatori traditi. “Il procedimento arbitrale può essere proposto anche nel corso di una causa civile ordinaria già avviata”.
Parma, 26 ottobre 2020 – Proseguono i pareri favorevoli per i possessori di quote di Fondi immobiliari che decidono di aderire alla procedura di conciliazione paritetica instaurata tra le associazioni dei consumatori (tra le quali anche Confconsumatori) e Poste Italiane.
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Obelisco, in fumo 105 mila euro: salvati con la conciliazione Confconsumatori ha recuperato i risparmi di quattro famiglie, “bruciati” dai Fondi Immobiliari Chiusi Obelisco, grazie alla procedura di conciliazione paritetica.
Parma, 29 settembre 2020 – Nel 2005 quattro famiglie siciliane, tre catanesi ed una ragusana, avevano acquistato presso Poste Italiane numerose quote dei Fondi Immobiliari Obelisco. L’investimento, di 2.500 euro a quota, per un valore complessivo totale di 105 mila euro, era stato prospettato come sicuro, tuttavia i risparmiatori non erano stati informati della reale natura rischiosa delle operazioni.
Negli anni le famiglie si erano viste completamente volatilizzare i loro investimenti, fino ad azzerarsi totalmente, benché i funzionari di Poste li avessero rassicurati descrivendo le operazioni fatte come un investimento sicuro e vantaggioso. Le famiglie hanno quindi deciso di rivolgersi a Confconsumatori per inviare i reclami a Poste Italiane, contestando i fatti e chiedendo il rimborso del capitale investito.
Dopo il protrarsi del silenzio di Poste che non ha mai risposto alle lettere di reclamo, i risparmiatori hanno deciso di aderire alla procedura stragiudiziale di conciliazione paritetica, come spiegano i legali Carmelo Calì, presidente Confconsumatori Sicilia, e Samantha Nicosia, responsabile di Confconsumatori Ragusa: «Il protocollo è stato attivato dopo alcune trattative tra l’Azienda e le associazioni dei consumatori, tra cui anche Confconsumatori, e consente in presenza di determinati requisiti di accedere in via stragiudiziale a un indennizzo per la perdita subita».
Grazie a questa procedura le famiglie hanno infatti ottenuto il rimborso di 2.200 euro a quota ovvero quasi il 90% dell’investimento iniziale evitando, allo stesso tempo, l’onere economico che richiedono i contenziosi arbitrali e giudiziali, i quali hanno tempi molto più lunghi. Infatti, il contenzioso relativo alla vendita di quote di fondi immobiliari si è nettamente ridotto nel tempo per effetto della positiva azione di Poste Italiane che ha condiviso con le associazioni dei consumatori il percorso conciliativo.
Tuttavia, può accadere che il risparmiatore non possa avere accesso, per mancanza dei requisiti soggettivi, né ai rimborsi offerti in autotutela da Poste né alla procedura di conciliazione e in questo caso potrà attivarsi la procedura di ricorso davanti all’Arbitro per le Controversie Finanziarie presso la Consob.
Confconsumatori ricorda che Poste Italiane ha prorogato al 31 ottobre 2020 il termine per presentare domanda per il rimborso e la procedura conciliativa.
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- Settembre, 29
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Fondo Obelisco: prorogate le domande al 31 ottobre I termini per presentare la domanda di rimborso e la procedura di conciliazione sono state prorogate a fine ottobre 2020.
Parma, 23 settembre 2020 – C’è ancora tempo per i quotisti del Fondo Immobiliare Chiuso Obelisco che non hanno ancora presentato domanda per il risarcimento. Il termine, prorogato da Poste Italiane una prima volta al 30 giugno 2020, dopo le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19, è stato ulteriormente prorogato al 31 ottobre 2020.
A settembre 2019 Poste Italiane ha lanciato l’iniziativa di tutela riservata ai propri clienti sottoscrittori delle quote del Fondo Obelisco. L’adesione all’iniziativa consente al cliente di recuperare (con diverse modalità a seconda dei requisiti posseduti) la differenza tra l’investimento iniziale e i proventi e rimborsi distribuiti dal Fondo fino al 30 giugno 2019.
Poste Italiane ha inoltre comunicato di ammettere le procedure di conciliazione per gli stessi Fondi fino al 31 ottobre 2020. Il protocollo di conciliazione paritetica è frutto di trattative fra l’azienda e le associazioni dei consumatori, tra cui Confconsumatori, e consente, in presenza di determinati requisiti, di accedere in via stragiudiziale a un indennizzo per la perdita subita.
COME AVVIENE IL RIMBORSO? – La possibilità di recuperare la perdita con una procedura semplificata è stata subordinata al fatto che le quote del Fondo siano state mantenute nel deposito titoli di Poste, quindi senza essere state vendute né trasferite, fino alla data di liquidazione avvenuta il 31 dicembre 2018.
Per i risparmiatori che hanno più di 80 anni o si trovano in situazioni di comprovato disagio socioeconomico – come i possessori di «carta Acquisti» (c.d. Social Card), coloro che hanno perso il posto di lavoro, i residenti nei comuni interessati dal sisma del 2016, i cittadini di Genova che hanno subito le conseguenze del crollo del ponte Morandi o gli invalidi al 100% – è previsto il rimborso totale immediato di 2.200 euro.
I NUMERI DELLA “CAMPAGNA OBELISCO” – Confconsumatori con lo slogan #nonvilasciamosoli, in piena emergenza sanitaria, ha continuato a fornire il proprio supporto, soprattutto nei confronti delle fasce più vulnerabili. Grazie alle centinaia di procedure di conciliazione presentate, sono stati restituiti ai risparmiatori Obelisco circa 400 mila euro. Le sedi della Toscana e della Sicilia detengono il primato del numero di pratiche gestite, a seguire quelle di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Sardegna.
I quotisti Obelisco danneggiati possono rivolgersi agli sportelli di Confconsumatori per avere un consiglio su come tentare di recuperare i risparmi perduti: i recapiti sono elencati A QUESTO LINK.
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- Settembre, 23
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Buoni venduti «alla cieca», liquidazione comunque dovuta Poste aveva venduto i buoni fruttiferi senza fornire al risparmiatore le indicazioni necessarie. Il Giudice di Pace di Massa ha disposto il rimborso integrale dei titoli.
Parma, 2 settembre 2020 – Un risparmiatore aveva acquistato due buoni postali dal valore complessivo di 2.000 euro senza che gli venissero fornite le indicazioni obbligatorie, compresa la tipologia dei titoli, le caratteristiche e la data di scadenza, e così, al momento della riscossione, gli era stato negato quanto dovuto. Il risparmiatore si è rivolto a Confconsumatori Massa-Carrara che lo ha assistito nella mediazione e nel successivo giudizio davanti al Giudice di Pace.
La vicenda risale al 2001 quando un consumatore aveva acquistato, insieme alla madre, due buoni postali fruttiferi dal valore di mille euro ciascuno presso uno sportello di Poste Italiane di Massa. Anni dopo, nel 2018, al momento della richiesta di riscossione dei buoni, l’operatore dell’ufficio postale lo aveva informato a voce che non gli sarebbe stato liquidato nessun importo. Il risparmiatore si è così rivolto all’avvocato Francesca Galloni, responsabile di Confconsumatori di Massa-Carrara, per sporgere reclamo nei confronti di Poste.
Dopo la lettera di contestazione rimasta senza risposta e dopo la mancata adesione di Poste alla procedura di mediazione, il consumatore ha deciso di agire in giudizio davanti al Giudice di Pace di Massa che ha accolto tutte le contestazioni svolte dall’avvocato Galloni nel corso del giudizio, appurando come i buoni emessi erano titoli a termine, con una sola indicazione della serie AA1 scritta a mano, senza alcuna dicitura riconducibile all’autore, timbro o data. I buoni, inoltre, non riportavano nessun elemento dal quale poter evincere la data di scadenza dalla quale poter azionare la relativa domanda di riscossione.
Il Giudice di Pace ha pertanto accolto la domanda del risparmiatore massese riconoscendo come Poste avesse totalmente disatteso i doveri e le regole di adempimento previsti a seguito del Decreto Ministeriale del 19/12/2000 per i buoni successivi da tale data. I buoni, infatti, non riportavano più in stampa alcuna indicazione circa il numero di serie, i rendimenti e la loro scadenza e venivano, per così dire, «venduti alla cieca”.
Poste non ha quindi adempiuto all’onere probatorio a suo carico, ossia quello di aver consegnato un documento separato o foglio informativo che avrebbe permesso al consumatore di far valere per tempo i legittimi diritti. In mancanza di questi elementi, ritenuti dal Giudice di Pace «essenziali per la corretta e adeguata conoscenza e informazione dell’utente e per far valere i propri legittimi diritti (…) il risparmiatore non ha mai potuto verificare la serie, né la scadenza e la conseguente prescrizione» dei buoni fruttiferi.
«Si tratta – commenta l’avvocato Francesca Galloni – di una sentenza molto importante e significativa, non solo per la vittoria conseguita, ma anche come precedente per tutti quei risparmiatori che si trovano in possesso di buoni postali fruttiferi che Poste si rifiuta di liquidare o totalmente o anche in parte, o perché li ritiene prescritti o per altre motivazioni spesso infondate. Per questo motivo invitiamo tutti coloro che abbiano riscontrato problemi con i buoni postali fruttiferi di rivolgersi ai nostri sportelli presenti sul territorio nazionale, al fine di effettuare le contestazioni del caso e portare avanti la battaglia che Confconsumatori ha da qualche mese intrapreso, denominata appunto “Buono tradito”».
Leggi la sentenza del Giudice di Pace a QUESTO LINK
- Settembre, 2
- 1138
- Dalla Toscana, Dalle Sedi, Pratiche commerciali scorrette, Risparmio
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