Grosseto, 21 gennaio 2021 – Un’altra importante vittoria in materia di buoni fruttiferi postali. Un’ordinanza ottenuta da Confconsumatori Toscana per una famiglia di grossetani stabilisce che se il timbro del buono è illeggibile deve essere rimborsato sempre, anche oltre la scadenza. Confconsumatori coglie l’occasione per fare appello al Governo affinché ponga fine al contenzioso dilagante sui buoni postali.
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Fallimento Centro Convenienza: via alle domande di risarcimento Confconsumatori, con i suoi esperti, è a disposizione degli ex clienti per presentare le istanze di rimborso alla società Essequattro s.r.l. ormai fallita
Messina, 18 gennaio 2021 – Sono molti, e sparsi in tutta Italia, i centri coinvolti nel fallimento della Essequattro s.r.l. società unipersonale, facente capo alla holding proprietaria della catena di negozi con il marchio “Centro Convenienza”. Alcuni dei punti vendita coinvolti si trovano anche a Messina, Barcellona pozzo di Gotto, Catania e Palermo. Confconsumatori Messina, tramite i propri esperti e le sedi provinciali, è a disposizione di tutti coloro che vorranno presentare domanda presso il Tribunale di Barcellona P.G. (ME) per chiedere indietro quanto anticipato per l’acquisto di mobili e altri beni mai consegnati dalla società oggi fallita.
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Furto del bancomat all’estero: rimborsato risparmiatore Grazie a Confconsumatori arriva una decisione importante dell’ABF: l’Istituto di Credito per negare il rimborso deve prima provare la condotta scorretta del cliente
Parma, 5 gennaio 2021 – Un bancomat sottratto e pagamenti non autorizzati per circa 1.200 euro: è questa la brutta sorpresa di un consumatore in vacanza all’estero che, dopo aver usato la carta per pagare una cena, non si è accorto del furto, riuscendo a bloccare il bancomat solo in un secondo momento. La Banca inizialmente aveva riaccreditato le somme fraudolentemente prelevate ma subito dopo le aveva di nuovo addebitate al cliente, sostenendo che si trattasse di pagamenti effettuati con la corretta digitazione del Pin, evidentemente mal custodito. Grazie all’intervento di Confconsumatori e al ricorso davanti all’Arbitro Bancario e Finanziario, il cliente dell’istituto di credito è stato rimborsato senza dover ricorrere a una causa.
IL FURTO – Verso la fine di dicembre del 2019 un consumatore, in vacanza all’estero, aveva utilizzato il bancomat a lui intestato per pagare una cena, tornando poi in hotel per la notte. La mattina dopo, dovendo effettuare degli acquisti, si era però accorto di non essere più in possesso del portadocumenti in cui, come d’abitudine custodiva la carta, così aveva bloccato immediatamente il bancomat. Solo dopo aver fatto questa operazione, il risparmiatore aveva ricevuto due sms che lo informavano che nel corso della notte precedente erano stati effettuati da ignoti quattro diversi pagamenti non autorizzati.
IL NO DELLA BANCA – Il titolare del bancomat aveva quindi provveduto immediatamente a denunciare il furto non appena rientrato in Italia, precisando di non aver mai custodito il bancomat insieme al codice Pin. Nonostante la denuncia, però, la Banca si era rifiutata di riconoscere il rimborso richiesto, lamentando che i quattro distinti pagamenti contestati dal cliente erano avvenuti a seguito dell’inserimento del corretto Pin. Il risparmiatore si era così rivolto alla Confconsumatori di Parma e, assistito dall’avvocato Grazia Ferdenzi, aveva deciso di ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario, autorità preposta alla risoluzione stragiudiziale delle controversie nel settore bancario.
LA DECISIONE DELL’ABF – L’Arbitro, con una decisione arrivata nel periodo di festività natalizie di dicembre 2020, ha riconosciuto il diritto del titolare del conto ad essere rimborsato delle somme indebitamente prelevate da ignoti attraverso l’utilizzo del bancomat sottratto fraudolentemente, riconoscendo che l’istituto di credito non ha dimostrato, per sottrarsi all’obbligo di rifondere il maltolto al proprio cliente, che quest’ultimo ha agito in frode, dolo o colpa grave. Non è sufficiente, infatti, una generica censura di negligenza nella custodia delle credenziali di utilizzo dello strumento di pagamento per desumere una qualsiasi forma di responsabilità del titolare del bancomat.
«Siamo di fronte a una decisione molto importante – ha commentato l’avvocato Grazia Ferdenzi che ha assistito il risparmiatore – perché riconosce il diritto del titolare di un bancomat che non abbia agito in modo fraudolento, né con colpa grave a non subire alcuna perdita a seguito di furto, smarrimento o sottrazione. L’Arbitro Bancario Finanziario ha riconosciuto, infatti, come non basti, per l’istituto di credito, dimostrare la regolarità formale delle operazioni contestate (cioè che le operazioni siano state compite con il regolare utilizzo del Pin), ma serva, invece, l’indicazione di una serie di elementi di fatto che dimostrino le modalità esecutive delle operazioni contestate, dalle quali si possa trarre prova della colpa grave dell’utente».
Scarica la decisione dell’ABF a QUESTO LINK.
Maxi conguaglio da 2 mila euro risolto con la conciliazione Richieste di pagamento con letture errate e altre anomalie per fatture emesse dal 2014 in poi. Confconsumatori: «è diritto dell’utente ricevere i chiarimenti»
Messina, 23 dicembre 2020 – Grazie alla conciliazione paritetica e all’intervento di Confconsumatori, un consumatore di Roccalumera, in provincia di Messina, è uscito dall’incubo di un maxi conguaglio di duemila euro. Dopo la richiesta di pagamento dei consumi, risalenti al 2014, la Società fornitrice di energia elettrica era rimasta sorda alle richieste dell’utente, nonostante le irregolarità fossero più d’una. Grazie a Confconsumatori, l’anziano ha ottenuto la prescrizione di una delle fatture e la cancellazione degli interessi.
IL CASO – Un consumatore di Roccalumera aveva ricevuto all’inizio del 2020 due bollette di conguaglio di importo complessivo pari a duemila euro, relative ai consumi di energia elettrica decorrenti dal 2014 in poi (fra cui una fattura emessa nel 2020 relativa a consumi prima del 1° gennaio 2016), nonostante avesse regolarmente effettuato i pagamenti negli anni, senza maturare alcuna morosità. Dopo vari tentativi di contattare il Gestore, l’utente si è rivolto allo sportello di Confconsumatori di Santa Teresa di Riva (ME) per essere assistito nella difesa dei suoi diritti.
L’INTERVENTO DI CONFCONSUMATORI – Tramite l’associazione, il consumatore ha deciso di intraprendere la strada della conciliazione paritetica, assistito dall’Avvocato Carmelina Natalia Cilla di Confconsumatori. Grazie a questa procedura, l’utente, in breve tempo e senza le spese di una causa, ha ottenuto l’applicazione della prescrizione all’ importo di quasi 1.400 euro. Inoltre, verificata la fatturazione sulla base dei consumi reali e, stabilito l’importo dovuto, è stata concordata una dilazione di pagamento della somma dovuta al Gestore – 600 euro – in 24 rate mensili, senza alcun interesse né di mora né di dilazione, addebitate nelle fatture da emettere in futuro.
GLI UTENTI NON SONO SOLI – La vicenda risolta da Confconsumatori richiama l’attenzione sul problema delle richieste indebite delle Aziende: «alcune società – spiega l’avvocato Carmelina Natalia Cilla di Confconsumatori S. Teresa Di Riva – facendo leva sulla scarsa conoscenza dei diritti da parte degli utenti e sul loro timore di incorrere in spese maggiori, si approfittano della loro posizione debole. Non allarmatevi – prosegue l’avvocato Cilla – quando vi trovate di fronte a bollette domestiche anomale prima di pagare è necessario analizzare bene la fattura: è diritto dell’utente ricevere i chiarimenti da parte della società fornitrice dell’energia, un’associazione dei consumatori può verificare la correttezza dell’operato delle Aziende».
«L’esito favorevole dei casi messinesi – aggiunge l’avvocato Carmen Agnello, conciliatore Confconsumatori in materia di energia – invita a richiedere l’assistenza di Confconsumatori prima di piegarsi alle richieste (in alcuni casi indebite) delle Società fornitrici di energia elettrica e gas».
Per informazioni, contattare la responsabile dello sportello comunale di Confconsumatori S. Teresa di Riva, Avvocato Carmelina Natalia Cilla, via email all’indirizzo confconsumo.santateresariva@yahoo.it oppure al recapito telefonico 329 3115 995, oppure la responsabile dello sportello comunale di Confconsumatori Messina, Avvocato Carmen Agnello, via email all’indirizzo confconsumatori.messina@gmail.com oppure al recapito telefonico 351 8647 740.
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BPB, dai nuovi vertici ancora poche aperture Nonostante il rinnovo del CDA e la richiesta di un tavolo per le controversie, la Popolare di Bari tace. Il Coordinamento: «il cambio di rotta non c’è stato».
Bari, 15 dicembre 2020 – «Prendiamo atto che l’auspicato cambio di rotta rispetto al passato da parte del nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari con conseguente apertura alle istanze dei risparmiatori non c’è stato». È questo il commento lapidario del Coordinamento istituito dall’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, Confconsumatori Brindisi, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento, l’ACU Calabria e Confconsumatori Brindisi, a distanza di oltre due settimane dalla richiesta, inoltrata ai vertici della Banca Popolare di Bari, di istituire un tavolo delle trattative volto a dirimere in via bonaria le controversie con i risparmiatori.
Il Coordinamento, il quale costituisce un fronte compatto di Associazioni che da anni tutelano i diritti dei consumatori, nelle scorse settimane aveva proposto ai vertici della Banca Popolare di Bari l’istituzione di un tavolo delle trattative volto al bonario componimento delle controversie, nell’ambito del quale ogni singola posizione fosse analizzata, valutata e discussa singolarmente.
Il Coordinamento, inoltre, aveva espresso, sin da subito, in modo chiaro, la propria contrarietà a previsioni “preconfezionate” contenenti, ad esempio, le misure massime di indennizzo, i requisiti che il risparmiatore deve rivestire (es. reddito, condizioni di salute, ecc.) e/o l’esclusione di determinate tipologie di titoli.
«Prendiamo atto – afferma l’avvocato Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento – che la Banca non ha fornito alcun riscontro alla nostra richiesta dimostrando, in tal modo, di non voler risolvere bonariamente le controversie con i risparmiatori. Tale chiusura alla nostra proposta appare del tutto incomprensibile, anche alla luce delle numerose e costanti pronunzie ottenute dinnanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie che hanno riconosciuto il diritto al risarcimento del danno dei nostri associati. Allo stato attuale, quindi, l’avvio di azioni giudiziarie rimane l’unica strada per i risparmiatori per cercare di ottenere il riconoscimento dei propri diritti e, di conseguenza, la restituzione del proprio denaro».
Dal Coordinamento fanno sapere che soltanto nell’ultima settimana quattro associati dello stesso hanno ottenuto provvedimenti favorevoli dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie nei confronti della Banca Popolare di Bari. «L’Arbitro ha accolto integralmente la nostra linea difensiva – conclude l’avvocato Graziuso, che ha assistito i risparmiatori nelle controversie dinnanzi all’Arbitro – riconoscendo la violazione da parte della Banca degli obblighi sulla stessa gravanti ed il diritto al risarcimento del danno dei nostri associati. Continueremo, quindi, a dare battaglia dentro e fuori le aule di Tribunale».
Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.
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Cambio gestore non autorizzato: rimborso a Bologna Senza averlo richiesto, una famiglia si è trovata con un nuovo gestore e con il contatore depotenziato. Confconsumatori: “Operazioni illegittime e unilaterali”.
Bologna, 18 novembre 2020 – Una famiglia bolognese, marito e moglie, cliente del servizio elettrico nazionale, si è improvvisamente trovata con il contatore dell’energia elettrica dimezzato nella potenza di erogazione. Grazie a Confconsumatori, la fornitura è stata ripristinata e le vecchie bollette del precedente gestore sono state stornate.
Il singolare caso di una famiglia bolognese, cliente del Servizio Elettrico Nazionale, è iniziata con l’arrivo di una bolletta che riportava la dicitura “chiusura contratto” e l’ammontare dell’importo a credito, anche se nessuno dei due coniugi aveva fatto richiesta per interrompere il servizio o passare ad altro gestore. In più, la nuova bolletta riportava un depotenziamento del contatore, causando così un problema non solo economico, ma anche di salute: il marito, infatti, utilizzava un dispositivo per l’ossigenoterapia.
I coniugi si sono rivolti a Confconsumatori Bologna che, dopo aver scoperto che l’utenza risultava passata al Mercato Libero con Eni Gas e Luce, contattava prontamente la referente di quest’ultima per chiedere la riattivazione della fornitura a piena potenza.
«Il passaggio – spiega l’avvocata Roberta Li Calzi di Confconsumatori Bologna e componente del Direttivo nazionale dell’associazione – è stato frutto di un’operazione illegittima, posta in essere unilateralmente e senza il consenso della signora o di un altro componente della famiglia».
I coniugi, così, hanno ottenuto la riattivazione dell’energia immediatamente, l’annullamento del contratto con storno di tutte le fatture emesse dal nuovo gestore, nonché il rientro al Servizio Elettrico Nazionale.
- Novembre, 18
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