Parma, 4 marzo 2021 – Prende il via oggi il nuovo servizio attivato da Confconsumatori per i propri associati. Si tratta di “Confconsumatori Più“, una rubrica quindicinale online in cui gli esperti dell’associazione approfondiranno temi relativi alla tutela dei consumatori – cittadini – utenti. Due volte al mese, il giovedì alle 16, la giornalista Livia Sturlese Tosi intervisterà l’esperto e, in circa 40 minuti, darà voce alle richieste più frequenti da parte dei consumatori, che potranno anche intervenire per fare domande. Per Confconsumatori è fondamentale, specie nel periodo attuale in cui interagire con i propri soci è più difficile e complesso, offrire un canale “in più” per comunicare, informare e manifestare vicinanza ai cittadini.
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ABI: online le infografiche-vademecum su truffe, scippi e raggiri per agire in sicurezza dentro e fuori la filiale L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto Trasparenza Semplice sviluppato dall’Abi, in collaborazione con le banche e le Associazioni dei Consumatori
Roma, 23 gennaio 2021 – ABI Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con le Banche, le associazioni dei consumatori (tra cui Confconsumatori), ha reso disponibile online l’infografica “Truffe, scippi e raggiri – un vademecum per agire in sicurezza dentro e fuori la filiale”, che mira a rappresentare, con un linguaggio semplice e diretto, in specialmente per le persone più anziane e maggiormente coinvolte, utili consigli relativi a diverse situazioni. Ci sono le indicazioni per recarsi in banca in sicurezza, i comportamenti che è meglio seguire quando si utilizza lo sportello automatico (ATM) e un focus specifico per le truffe telefoniche, particolarmente insidiose in questo periodo di emergenza sanitaria. L’infografica offre anche delle informazioni rispetto a cosa fare quando si è stati vittime di truffe, specificando i soggetti a cui rivolgersi.
Popolare di Bari e Veneto Banca: riconosciuti 14 risarcimenti L’ACF ha stabilito che le banche dovranno risarcire i consumatori. Il Coordinamento: «Le banche non hanno informato i risparmiatori dei rischi dei titoli».
Brindisi, 22 gennaio 2021 – Continua il trend positivo di vittorie dinnanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) dei risparmiatori, seguiti dal Coordinamento istituito da Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, Confconsumatori Brindisi, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento e ACU Calabria, coinvolti nelle note vicende Veneto Banca e Banca Popolare di Bari.
Tra la fine del 2020 e i primi giorni del 2021, il Coordinamento ha ottenuto sette pronunzie favorevoli per i risparmiatori nei confronti di Banca Intesa San Paolo, quale società incorporante per fusione Banca Apulia, per la vendita di titoli Veneto Banca, e altre sette pronunzie favorevoli per i consumatori nei confronti della Banca Popolare di Bari, per azioni che lo stesso istituto di credito ha emesso e venduto.
Più in particolare, in dette decisioni l’ACF ha riconosciuto il diritto dei risparmiatori ad ottenere il risarcimento del danno quantificato nell’importo investito in azioni, oltre interessi.
«Siamo molto soddisfatti per i risultati che stiamo ottenendo – afferma l’avvocato Emilio Graziuso, Presidente del Coordinamento – L’ACF sta accogliendo integralmente la nostra linea difensiva riscontrando le criticità evidenziate nei nostri ricorsi e la violazione della normativa di settore da parte degli Istituti di credito».
Nei casi sottoposti all’ ACF, quest’ultimo ha riscontrato la violazione degli obblighi di informazione da parte degli Istituto di credito. Come sostenuto dagli associati del Coordinamento, infatti, l’allora Banca Apulia, oggi Intesa San Paolo s.p.a., nella vendita dei titoli Veneto Banca, e la Banca Popolare di Bari, per la vendita dei propri titoli, non avevano reso edotti i risparmiatori della natura, dei rischi e della pericolosità dell’investimento posto in essere.
I risparmiatori, quindi, solo successivamente, si sono resi conto che detti titoli, lungi dall’essere sicuri erano in realtà azioni illiquide e, quindi, titoli a rischio, i quali hanno registrato un crollo verticale del proprio valore.
Nonostante le pronunzie dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie, però, sia la Banca Intesa San Paolo sia la Banca Popolare di Bari continuano a non voler definire bonariamente le controversie, costringendo, così i risparmiatori a adire l’Autorità Giudiziaria per la tutela dei propri diritti.
«Come Coordinamento – continua l’avvocato Graziuso – stentiamo a comprendere la posizione di chiusura assunta dagli Istituti di credito, nonostante le decisioni dell’Arbitro, la storica sentenza di condanna della Banca Intesa San Paolo per la vendita di titoli Veneto Banca emessa dal Tribunale di Brindisi e la nostra proposta di istituire un tavolo di trattative per analizzare e cercare di risolvere le singole posizioni dei risparmiatori. Di fronte a tale chiusura, quindi, continueremo la nostra battaglia al fianco dei risparmiatori dentro e fuori le aule di Tribunale, promuovendo ogni opportuna azione legale».
Per informazioni: coordinamentoconsumatori@gmail.com; tel. 347 – 0628721.
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Se il buono è illeggibile va rimborsato sempre Una famiglia di Grosseto ha ottenuto il rimborso di un buono postale del 1995: sentenza pionieristica. “Ora basta cause e via ai rimborsi”
Grosseto, 21 gennaio 2021 – Un’altra importante vittoria in materia di buoni fruttiferi postali. Un’ordinanza ottenuta da Confconsumatori Toscana per una famiglia di grossetani stabilisce che se il timbro del buono è illeggibile deve essere rimborsato sempre, anche oltre la scadenza. Confconsumatori coglie l’occasione per fare appello al Governo affinché ponga fine al contenzioso dilagante sui buoni postali.
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Furto del bancomat all’estero: rimborsato risparmiatore Grazie a Confconsumatori arriva una decisione importante dell’ABF: l’Istituto di Credito per negare il rimborso deve prima provare la condotta scorretta del cliente
Parma, 5 gennaio 2021 – Un bancomat sottratto e pagamenti non autorizzati per circa 1.200 euro: è questa la brutta sorpresa di un consumatore in vacanza all’estero che, dopo aver usato la carta per pagare una cena, non si è accorto del furto, riuscendo a bloccare il bancomat solo in un secondo momento. La Banca inizialmente aveva riaccreditato le somme fraudolentemente prelevate ma subito dopo le aveva di nuovo addebitate al cliente, sostenendo che si trattasse di pagamenti effettuati con la corretta digitazione del Pin, evidentemente mal custodito. Grazie all’intervento di Confconsumatori e al ricorso davanti all’Arbitro Bancario e Finanziario, il cliente dell’istituto di credito è stato rimborsato senza dover ricorrere a una causa.
IL FURTO – Verso la fine di dicembre del 2019 un consumatore, in vacanza all’estero, aveva utilizzato il bancomat a lui intestato per pagare una cena, tornando poi in hotel per la notte. La mattina dopo, dovendo effettuare degli acquisti, si era però accorto di non essere più in possesso del portadocumenti in cui, come d’abitudine custodiva la carta, così aveva bloccato immediatamente il bancomat. Solo dopo aver fatto questa operazione, il risparmiatore aveva ricevuto due sms che lo informavano che nel corso della notte precedente erano stati effettuati da ignoti quattro diversi pagamenti non autorizzati.
IL NO DELLA BANCA – Il titolare del bancomat aveva quindi provveduto immediatamente a denunciare il furto non appena rientrato in Italia, precisando di non aver mai custodito il bancomat insieme al codice Pin. Nonostante la denuncia, però, la Banca si era rifiutata di riconoscere il rimborso richiesto, lamentando che i quattro distinti pagamenti contestati dal cliente erano avvenuti a seguito dell’inserimento del corretto Pin. Il risparmiatore si era così rivolto alla Confconsumatori di Parma e, assistito dall’avvocato Grazia Ferdenzi, aveva deciso di ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario, autorità preposta alla risoluzione stragiudiziale delle controversie nel settore bancario.
LA DECISIONE DELL’ABF – L’Arbitro, con una decisione arrivata nel periodo di festività natalizie di dicembre 2020, ha riconosciuto il diritto del titolare del conto ad essere rimborsato delle somme indebitamente prelevate da ignoti attraverso l’utilizzo del bancomat sottratto fraudolentemente, riconoscendo che l’istituto di credito non ha dimostrato, per sottrarsi all’obbligo di rifondere il maltolto al proprio cliente, che quest’ultimo ha agito in frode, dolo o colpa grave. Non è sufficiente, infatti, una generica censura di negligenza nella custodia delle credenziali di utilizzo dello strumento di pagamento per desumere una qualsiasi forma di responsabilità del titolare del bancomat.
«Siamo di fronte a una decisione molto importante – ha commentato l’avvocato Grazia Ferdenzi che ha assistito il risparmiatore – perché riconosce il diritto del titolare di un bancomat che non abbia agito in modo fraudolento, né con colpa grave a non subire alcuna perdita a seguito di furto, smarrimento o sottrazione. L’Arbitro Bancario Finanziario ha riconosciuto, infatti, come non basti, per l’istituto di credito, dimostrare la regolarità formale delle operazioni contestate (cioè che le operazioni siano state compite con il regolare utilizzo del Pin), ma serva, invece, l’indicazione di una serie di elementi di fatto che dimostrino le modalità esecutive delle operazioni contestate, dalle quali si possa trarre prova della colpa grave dell’utente».
Scarica la decisione dell’ABF a QUESTO LINK.
ABI: online le infografiche sui Piani individuali di risparmio (Pir) L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto Trasparenza Semplice sviluppato dall’Abi, in collaborazione con le banche e le Associazioni dei Consumatori
Roma, 2 gennaio 2021 – ABI Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con le banche e le Associazioni dei consumatori che aderiscono al Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU, tra cui Confconsumatori, ha reso disponibile online la nuova infografica dedicata alle principali caratteristiche e novità dei Pir, i Piani individuali di risparmio. Con i Pir, è possibile favorire la crescita dell’economia indirizzando il risparmio verso i settori produttivi e usufruendo di importanti benefici fiscali.
L’infografica “Piani individuali di risparmio. Le novità” è stata realizzata con l’obiettivo di favorire i cittadini nella comprensione di questa importante forma di investimento a medio-lungo termine, pensata in particolare per sostenere le piccole e medie imprese.
L’iniziativa che prevede la realizzazione e diffusione di strumenti informativi ed educativi su temi di interesse per la clientela, che rientra nell’ambito del progetto Trasparenza semplice promossa di concerto dall’ABI con le banche e le Associazioni dei consumatori per favorire la fruizione delle informazioni di carattere bancario e finanziario, si arricchisce così della sua sesta pubblicazione.
Ecco, in sintesi, i principali contenuti della infografica, scaricabile a QUESTO LINK
A chi sono riservati i Pir – Possono investire in Pir persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che non detengano contemporaneamente più di un Pir e non lo condividano con altre persone fisiche. L’investimento in Pir è stato esteso anche agli enti di previdenza obbligatoria e alle forme di previdenza complementare.
A chi possono essere destinate le risorse – I Pir possono investire in diversi strumenti finanziari emessi dalle imprese (azioni e obbligazioni), ma anche quote di fondi di investimento e conti correnti bancari, purché vengano rispettati i requisiti previsti dalla normativa nella composizione dei portafogli, nei limiti dell’investimento e nei tempi di detenzione.
I requisiti necessari per usufruire dei benefici fiscali – L’investimento non deve superare 30.000 euro annui e 150.000 euro complessivi, con una durata di almeno 5 anni. Inoltre: non più del 10% del portafoglio può essere investito in strumenti emessi dallo stesso emittente; almeno il 70% del patrimonio deve essere investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia; di tale quota, almeno il 25 % deve essere investito in strumenti finanziari di imprese non presenti nell’indice FTSE MIB e almeno il 5% in titoli emessi da imprese diverse da quelle inserite nei panieri FTSEMib e FTSEMid Cap, quindi in piccole e piccolissime imprese.
Il beneficio fiscale – Consiste nell’esenzione dalle imposte sulle rendite finanziarie generate dall’investimento (generalmente tassate al 12,5% o al 26%) e dalle imposte di successione sull’investimento, senza vincoli specifici legati all’età dell’intestatario del piano.
I Pir alternativi – Introdotti nel 2020, sono stati pensati per indirizzare il risparmio privato verso piccole e medie imprese non quotate particolarmente esposte alle conseguenze della pandemia da Covid-19. Possono essere detenuti da uno stesso risparmiatore in aggiunta ad un PIR tradizionale; sono prodotti finanziari con soglie di investimento più elevate e vincoli di investimento diversi rispetto a quelli tradizionali, con i quali hanno in comune l’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari (sempre purché l’investimento sia mantenuto per almeno cinque anni). Per quanto riguarda le soglie, nei PIR alternativi è possibile investire fino a 300.000 euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni di euro.
- Gennaio, 2
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