Truffa bancaria digitale: rimborsati 13mila euro a una famiglia fiorentina Il Giudice ha stabilito che i sistemi di sicurezza utilizzati dalla Banca erano insufficienti a tutelare gli utenti

Firenze, 25 maggio 2022 – Confconsumatori, anche a Firenze, è in prima linea per contrastare il fenomeno delle truffe bancarie digitali, sempre più frequenti e sofisticate. Proprio nei giorni scorsi, a una famiglia fiorentina è stato riconosciuto il diritto al rimborso di circa 13mila euro, sottratti attraverso un bonifico online non autorizzato.
I FATTI – Nel 2017, la famiglia si è vista sottrarre circa 13mila euro attraverso un bonifico – disconosciuto – inviato all’estero. Nonostante il puntuale reclamo del titolare del conto, giunto addirittura prima dell’effettivs esecuzione del bonifico, l’intermediario non si è dimostrato disponibile. A quel punto la famiglia si è rivolta alla sede Confconsumatori di via Modena che, nonostante tutti i tentativi, non è riuscita a smuovere la Banca, pur spiegando che il correntista non aveva divulgato a nessuno i propri codici di sicurezza, che accedeva all’home banking con computer dotato di antivirus e che aveva preso ogni precauzione possibile per tutelare le proprie informazioni.
LA DECISIONE DEL GIUDICE – Dopo una lunga causa patrocinata dall’Avvocato Leonardo Cinti della sede di Firenze di Confconsumatori, la famiglia ha finalmente ottenuto giustizia presso il Tribunale di Firenze: il Giudice ha condannato la Banca alla restituzione della somma e al pagamento delle spese processuali e peritali. Nella decisione, il Giudice ha stabilito che la Banca non aveva sistemi di sicurezza adeguati. Infatti, non hanno tenuto conto dei comportamenti dell’utente, non hanno verificato se si trattasse del solito indirizzo IP utilizzato per il collegamento al conto, e se l’utente fosse abituato ad eseguire bonifici esteri.
Inoltre, nella sentenza si legge che “non è riscontrabile in atti alcun riferimento agli standard di verifica del comportamento dell’utente da parte del sistema di xxx al fine di verificare l’effettiva volontà dell’utente nell’effettuazione della transazione. Non è infatti dato di sapere se sia stato fatto un controllo sull’indirizzo IP5 dal quale sia stata effettuata la transazione o se lo stesso fosse solito effettuare bonifici a destinatari nuovi o se fosse abitudine fare bonifici all’estero o di importi di un certo rilievo. L’incremento del fattore sicurezza tramite l’analisi del comportamento è sempre più essenziale al fine di poter identificare attività illecite, anche non note, verificandone lo scostamento dalla consuetudine delle operazioni svolte. La CTU ha dunque accertato che il sistema di protezione adottato da xxx a tutela dei propri clienti era obsoleto, non adeguato agli standard di sicurezza disponibili in quel momento, dunque inaffidabile. Tanto basta per ritenere che il prelievo oggetto di verifica si è verificato in modo fraudolento e che la verificazione di tale illecito è attribuibile alla negligenza di xxx per non aver la stessa adottato le sufficienti misure di sicurezza necessarie a prevenire il verificarsi dell’illecito”.
Chi desidera ricevere assistenza e informazioni riguardanti truffe online può rivolgersi alle sedi territoriali di Confconsumatori.