Truffe telematiche in aumento Confconsumatori Massa registra un incremento di vittime di phishing e vishing, le nuove truffe che colpiscono carte e conti correnti

Massa Carrara, 3 novembre 2021 – Aumentano, purtroppo, le vittime di truffe telematiche come pishing e vishing: Confconsumatori Massa Carrara ha registrato nei mesi scorsi un crescendo di casi che vanno dalla clonazione della carta Nexi, dalla sottrazione e successiva modifica dei codici pin e di accesso all’home banking, fino dal furto dei dati personali degli utenti che si sono visti sottrarre dal proprio conto corrente o carta di credito anche importi rilevanti.
“Si va dal caso dell’anziano pensionato che si é visto sottrarre l’intero saldo del proprio conto corrente – spiega l’avvocato Francesca Galloni, responsabile dello sportello Confconsumatori di Massa – alla signora che si e’ vista addebitare due operazioni per circa 2000 euro sulla propria carta di credito dopo aver ricevuto una telefonata da sedicenti operatori del proprio istituto bancario, fino alla cliente di Poste alla quale è stata bloccata la carta presso uno sportello Atm e da quel momento si è vista sottratti circa 1900 euro dal proprio conto corrente. La casistica è purtroppo varia e articolata ma la cosa che accomuna tutte queste vicende e’ che l’ignaro utente viene contattato o da sms, telefonate o da mail che non si differenziano in alcun modo dai canali ufficiali degli istituti di credito“.
La Confconsumatori di Massa, dopo aver effettuato i dovuti reclami ha già espletato varie procedure di mediazione nelle quali si registra la sola partecipazione della Banca e mai di Nexi Payments Spa, la società che vende e gestisce le carte di credito tramite il Sistema bancario. “Quello a cui si assiste – commenta la Galloni – è letteralmente uno scaricabarile tra Banca e società della carta di credito, ognuna invocando la responsabilità dell’altra ……e in mezzo c’e’ sempre il consumatore danneggiato”.
In altri casi, sono stati presentati dei ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario che si sono conclusi con pronunce a favore dei consumatori, per le quali, purtroppo, si registra nella maggior parte dei casi il mancato adempimento alla determina da parte della Banca o Poste Italiane, costringendo così i consumatori ad agire in giudizio per vedersi restituito il maltolto.
“Uno dei casi che lo sportello sta seguendo – spiega la Galloni – riguarda una associata lucchese la quale si è vista sottrarre proprio nel periodo di lockdown circa 8000 euro dal proprio conto corrente postale, tramite il solito sistema del phishing, ricevendo il messaggio:
“POSTE ITALIANE informa che ha limitato la sua carta/conto per mancata verifica della sicurezza web Psd2; Riattivala ora: bit.ly/WebPsd2” al quale seguivano SMS, telef. e mail.
A distanza di pochi giorni, sono spariti circa 8000 euro tramite bonifici partiti dal conto della consumatrice e addebiti su Carta pay“.
L’Abf si è pronunciato a favore della donna, condannando Poste a restituire l’ingente importo di oltre euro 8000, applicando il principio di legge fondamentale per il quale “A fronte del disconoscimento delle operazioni di pagamento da parte dell’utente, incombe sul prestatore di servizi di pagamento l’onere di provare che l’operazione è stata autenticata, correttamente registrata e contabilizzata ai sensi dell’art. 10, comma 1, del D.Lgs. 11/2010, che così statuisce: “Qualora l’utilizzatore di servizi di pagamento neghi di aver autorizzato un’operazione di pagamento già eseguita o sostenga che questa non sia stata correttamente eseguita, è onere del prestatore di servizi di pagamento provare che l’operazione di pagamento è stata autenticata, correttamente registrata e contabilizzata e che non ha subito le conseguenze del malfunzionamento delle procedure necessarie per la sua esecuzione o di altri inconvenienti”
L’Arbitro ha messo in evidenza che “i sistemi di autenticazione, in adeguamento alla recente normativa europea PSD2 entrata in vigore nel 2019, richiedono un livello maggiore di autorizzazione delle operazioni, motivo per cui il solo codice OTP non è più sufficiente. A tale normativa sono chiamati ad adeguarsi tutti gli istituti di credito, tenuti a modificare le modalità di accesso ai servizi online e delle autorizzazioni delle disposizioni“.
Unica nota dolente: Poste Italiane, chiamata ad adempiere, con un comportamento contestabile, non ha ancora restituito l’importo di oltre 8000, dunque è stata avviata una causa.