Lettera aperta a Francesco Profumo – IREN

Al Prof. FRANCESCO PROFUMO
PRESIDENTE del GRUPPO IREN
Via Bertola n. 48
10122 TORINO

Egregio Presidente, gli avvenimenti delle scorse settimane, che coinvolgono anche IREN, mi stimolano ad intervenire e a sollevare a Lei (e all’opinione pubblica) i gravi fatti accaduti che non trovano giustificazione alcuna. Per chi, come me, ha sempre vissuto un rapporto stretto con i cittadini aiutandoli a risolvere i loro problemi e a rappresentarli nelle sedi preposte, non può tacere il grave degrado istituzionale e morale che stiamo attraversando e che, purtroppo, coinvolgono una grande società aziendale come “IREN” sempre più lontana (nei fatti) dalla gente ma anche più sorda (rispetto a prima) alla soluzione dei problemi.
Con sempre maggiore frequenza devo assistere, e tutelare, persone truffate con l’inganno (da giovani inviati da agenzie private a vendere cose e/o servizi, per conto di IREN, ma che non sempre corrispondono a verità) ma pure, sempre più, l’abuso di dati non veritieri solo per “strappare” una firma all’ignaro cittadino in buona fede.
Accanto a questo “teatrino di Pulcinella”, devo assistere ad un caso di una famiglia di lavoratori onesti del sud che IREN S.p.A., dopo ben due lettere scritte, si rifiuta, senza alcun motivo, di erogare il servizio del gas. Ma la società che Lei presiede, si rende conto che con questa gravissima e irresponsabile “scelta turca” viola l’art. 13 della “COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA”?
Ed infine, il “VASO di PANDORA”. Con una specie di catalogo in mano alle “Agenzie private”, che vanno a vendere a domicilio le lampadine a LED per conto di IREN (agli stessi clienti di IREN) ma che, in verità, fanno sottoscrivere un nuovo contratto alla società “AXPO” (di IREN?) con sede legale a Genova. Tutto ciò e davvero assurdo e privo di valori morali.
Ma perché un cittadino reggiano, da sempre legato al suo territorio, un bel giorno si sente dire “Lei non è più cliente di IREN ma è diventato un “cittadino genovese” cliente di “AXPO”? Ma non facevate meglio  fare un referendum popolare? E poi, ci si lamenta perché i cittadini si allontanano dalla politica e dalle istituzioni!
Questi eventi sono accompagnati da una lettura attenta del “CODICE ETICO” di IREN dove non si trova una parola che riguarda il pieno rispetto del “CODICE del CONSUMO” che è la legge che tutela i diritti (e i doveri) dei cittadini.
Egregio Presidente, ad un anno, circa, dalla costituzione dal “COMITATO CONSULTIVO TERRITORIALE di REGGIO EMILIA” è, per me, doveroso fare un bilancio dell’esperienza compiuta e trarre le dovute considerazioni. E lo stato delle cose che Le ho doverosamente accennato suggeriscono alla mia coscienza di dimettermi da questo Comitato in quanto il mio stato d’animo non mi permette di continuare un’esperienza che confligge con la mia cultura sindacale e il mio forte impegno ideale nel vasto campo del volontariato a favore dei cittadini consumatori e utenti sommersi dal sistema delle truffe a tutti i livelli. E, come dice il Presidente della Repubblica: “non lasciamo soli i cittadini davanti alle istituzioni”, io sto dalla loro parte con la consapevolezza di stare dalla parte giusta.
Buon lavoro e cordiali saluti.

Secondo Malaguti
(Presidente Confconsumatori Emilia Romagna)

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